Di tutti i miei sogni
non ho trovato che qualche coccio
e già sento la corteccia
che si scaglia.
Questa rigorosa e significativa silloge poetica di Giuseppe Possa, suddivisa in quattro sezioni («Da sogni deragliati»; «Rifiuti solidi urbani»; «Vuoti a perdere»; «Frammenti e schizzi in ordine sparso»), con l’aggiunta dell’epilogo dialogato «Quotìdome» (neologismo al quale l’autore attribuisce il significato di «uomo quotidiano domestico»), rimasto incompiuto, che dà il titolo all’intera raccolta, copre all’incirca vent’anni di attività e si ferma al 1985. Possa fa uso di un linguaggio semplice, disadorno, spigoloso, che in certi casi diventa prosastico per il tono colloquiale, fortemente improntato sulla ricerca di un rapporto dialogico con il lettore.
Dalla prefazione di Gianni Pre
Le Opere pittoriche sono di Giorgio Da Valeggia
Le foto sono di Riccardo Faggiana