
Vita è
Marchi Antonino Barcellona, Giuseppe De RenziScovare il talento dove non si pensa di trovarlo. Una storia commovente di fatti realmente accaduti.
La passione per il giuoco degli scacchi e l’esperienza maturata nell’ambito sanitario degli autori hanno contribuito alla stesura di questa storia straordinaria ed avvincente, che spiega come giocare a scacchi per guarire.
Storia di fantasia o manuale terapeutico?
C’è molto da imparare
Il racconto contiene l’adozione di alcune procedure sanitarie che sono un modello di efficienza. Gli autori conoscono ciò di cui parlano e anche il suggerimento di giocare a scacchi per guarire non pare campato per aria.
C’è esperienza qui dietro e il racconto, scritto molto bene, la racconta in dettaglo.
Ma l’obiettivo è anche un altro. Spingere gli operatori sanitari, e non solo, a capire i pazienti.
Quante volte giudichiamo le persone, apparentemente strane, solo con palese superficialità?
Ma in realtà è veramente così?
Questo libro ci insegna che non bisogna fermarsi alla prima stazione, ma arrivare al capolinea.
La cura come una partita a scaccchi
“Bisogna essere scacchisti per descrivere cosa succede nella testa di un giocatore durante una partita: quante paure, idee, emozioni si susseguono in una sfida che rimane più con se stessi che con l’avversario.
Solo chi è quotidianamente a diretto contatto con i pazienti, sa quanta energia e passione ci vogliono per assisterli adeguatamente fornendo anche il sostegno psicologico necessario.
L’intreccio che ne risulta è appassionante, indaga da una prospettiva diversa sui percorsi più imponderabili della nostra psiche.”
(dalla prefazione di Roberto D’Ingiullo)
Scrittori, scacchisti, operatori sanitari
Giuseppe De Renzi e Antonino Barcellona riuniscono queste tre attività in se stessi. Leggendo il loro romanzo, scritto a quattro mani, si intuisce la loro volontò di eccellere in ciascuna di esse.
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